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Una pubblicazione del Dott. Pierluigi Rossi Console On. del Portogallo a Bari e nostro associato, con il Patrocinio del Corpo Consolare di Puglia Basilicata e Molise

Senza titolo

 

Dopo due anni di attente e scrupolose ricerche è finalmente uscito il libro del collega Pierluigi Rossi, Console Onorario del Portogallo, sulla presenza dei Consoli nella nostra regione negli ultimi duecento anni. Il volume, dal titolo “I Consoli a Bari e in Puglia – dall’Ottocento a oggi” e pubblicato da Mario Adda Editore, ha meritato il patrocinio del nostro Corpo Consolare e può rappresentare un “Annuario degli Annuari”. 

Partendo dal 1824 sono riportati, con un campionamento decennale, i nomi di tutti i consoli e dei Paesi rappresentati, nonché le città pugliesi sedi dei numerosi consolati presenti. Un segno, come ha scritto il Decano Ugo Patroni Griffi, che ha curato la prefazione, “della vitalità ed operosità dei pugliesi”, nonché segno “della vitalità della borghesia pugliese, i cui valori sono ben incarnati dai consoli onorari”. 

La trattazione inizia con una panoramica storica sulla figura del console partendo dall’antica Grecia, delineando l’evoluzione nel tempo del ruolo e dei compiti dei consoli, onorari e non, e procede con una descrizione della Puglia, regione viva e attiva sotto i diversi punti di vista storico economici e sociali. Si ritroveranno negli elenchi nomi famosi dell’imprenditoria pugliese che hanno concorso a edificare la prosperità della nostra regione già dall’Ottocento. 

Frutto di serie e laboriose ricerche d’archivio, il libro diviene testimonianza dell’importanza del nostro ruolo troppo spesso dimenticato. Sicuramente sarà un omaggio importante per le Autorità locali ed accompagnerà il nostro prossimo annuario. Il libro esce nell’anno del 50° anniversario dalla costituzione del Corpo Consolare di Puglia, Basilicata e Molise, quasi a festeggiarne la ricorrenza. 

Al Collega Pierluigi Rossi i nostri complimenti per il prezioso lavoro svolto e i nostri ringraziamenti di cuore per il tempo che egli ci ha dedicato.

Massimo Salomone segr. gen. CC

Ugo Patroni Griffi decano CC

 


Immagini di copertina: particolari delle decorazioni parietali del Salone delle Arti e del Lavoro nel Palazzo Fizzarotti a Bari (dal volume La pittura dell’Ottocento in Puglia di Christine Farese Sperken).

Nel 1904, Emanuele Fizzarotti, dinamico imprenditore e banchiere, fece realizzare su una precedente costruzione, in corso Vittorio Emanuele a Bari, un palazzo che fosse segno tangibile della ricchezza e del prestigio, da lui acquisiti negli anni.
Al primo piano le sale di rappresentanza sono ricche di immagini e simboli, allusioni alle attività imprenditoriali e finanziarie del Fizzarotti, una celebrazione dei successi conseguiti. Il Salone delle Arti e del Lavoro, cuore della parte di rappresentanza del Palazzo, è ricco di decorazioni, raffigurazioni e dipinti in cui vi sono espliciti riferimenti al mondo del lavoro, rappresentato nelle sue varie sfaccettature. Lo sfondo continuo del mare animato da imbarcazioni è una chiara allusione alla città di Bari ed alla sua posizione strategica come porta del Levante e riferimento di flussi e di scambi da e verso l’estero. Ne sono indicazione gli uomini in costumi orientali in trattativa di vendita di gioielli con lo scrivano che registra, così come lo sono anche gli uomini impegnati al torchio tipografico o i ricchi mercanti su cui cade una pioggia di monete d’oro.
Un messaggio immediato ed efficace, una rappresentazione dei ceti produttivi che hanno concorso a edificare la prosperità della regione e all’interno dei quali primeggia Emanuele Fizzarotti, esponente di primo piano di una Bari moderna e vivace a cavallo fra il XIX ed il XX Secolo. Il Fizzarotti fu Vice Console del Montenegro negli anni 1910-20; il figlio Alfonso fu Vice Console di Argentina, negli anni 1920-30.

A cura del Centro Studi UCOI. Failed States and Tilly’s theory: a historical revision of functional failure in the Afghan case.

Il Centro Studi della Unione dei Consoli Onorari in Italia è particolarmente lieto di segnalare l’ultimo articolo del Dottor Michele Benazzo dal titolo “Failed States and Tilly’s theory: a historical revision of functional failure in the Afghan case.” pubblicato da Il Politico - Rivista Italiana di Scienze Politiche della Università di Pavia. Il Dottor Benazzo, che già in precedenza ha collaborato con il Centro Studi UCOI, affronta da una prospettiva storica il tema dei c.d. Stati Falliti, con particolare riferimento al caso afgano, alla luce degli studi di Charles Tilly. 

Di seguito il riassunto dell’articolo, integralmente consultabile cliccando QUI


Benazzo, M. (2021)* 

FAILED STATES AND TILLY’S THEORY: A HISTORICAL REVISION

OF FUNCTIONAL FAILURE IN THE AFGHAN CASE. Il Politico, 252(2), 39-57. 

https://doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.508

Con il declinare delle necessità di sicurezza internazionale, il concetto di Stato Fallito è lentamente uscito dall’interesse generale della politica internazionale e della ricerca accademica. Ciò nonostante, questa nozione può essere ancora rilevante se intesa come espressione delle difficoltà nell’applicare la categoria dello stato occidentale in contesti non Europei. A tal proposito, l’approccio storico ha giocato un ruolo chiave nel integrare un’analisi locale ad un’ idea generale quale è lo Stato Fallito.

Questo articolo cerca di riunire in un’ analisi storica la dimensione generale e quella locale di tale nozione ed in particolare della cosiddetta functional failure - l’incapacità di uno stato di soddisfare le funzioni di Sicurezza, Rappresentanza e Welfare. L’articolo romperà il termine functional failure nelle sue tre componenti principali e si concentrerà sulla funzione di Welfare la quale verrà integrata con la teoria del warmaking-statemaking di Tilly.

Quest’ultima verrà rielaborata in modo alternativo e successivamente paragonata con il processo di formazione dello stato afghano. Gli elementi emersi verrano infine reintegrati nella teoria di Tilly per verificarne l’applicabilità generale in un contesto non Occidentale. Il lavoro cercherà di dimostrare come e perché in Afghanistan la funzione economica dello stato, al contrario del percorso occidentale, si sia declinata in un realizzazione ibrida del modello di ‘rentier state’. In secondo luogo, verrà considerato come e perché il modello economico europeo sia concettualmente inadatto a diventare termine di paragone generale per determinare il fallimento o il successo di uno stato. Infine verranno espresse alcune conclusioni sulla ricostruzione dell’economia afghana.

 


*Note sull’autore: 

Michele Benazzo, laureato in Scienze Politiche e Storia presso l'Università degli Studi di Pavia, ha proseguito i suoi studi conseguendo dapprima una Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali presso l'Università degli Studi di Padova ed in seguito una seconda in Terrorismo e Violenza Politica presso University of st. Andrews, Scozia. 

Ha lavorato come analista di sicurezza presso Amaplast-Confindustria, Milano e nella Risk Assessment Unit del Parlamento Europeo a Bruxelles. Si occupa di terrorismo e storia del terrorismo, sicurezza internazionale, global governance e relazioni internazionali.

Messaggio di cordoglio per la scomparsa dell'Ambasciatore Luca Attanasio

LOGHI CONGIUNTI FOTO

 

L’Unione dei Consoli in Italia e d’Italia all’estero esprimono il più sentito cordoglio per la tragica scomparsa dell’Ambasciatore Luca Attanasio che ha perso la vita in un attentato terroristico nella Repubblica Democratica del Congo, in cui sono stati uccisi anche il Carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e l’autista locale Mustapha Milambo.

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Figura di grande diplomatico e orgoglio della nostra Diplomazia, l’Amb.Attanasio si è sempre distinto nella realizzazione di importanti progetti umanitari con altruismo, dedizione e spirito di servizio a sostegno delle persone in difficoltà.

A giusta ragione, lo scorso anno l’Ambasciatore Attanasio ha ricevuto, unitamente alla moglie, il “Premio internazionale Nassiriya per la Pace 2020”, per aver sempre mostrato attenzione per lo sviluppo di progetti umanitari e per il mantenimento della pace.

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Alla consorte dell’Ambasciatore Attanasio ed ai familiari delle vittime la commossa partecipazione di UCOI e UCOIM al loro immenso dolore.

 

 

 

 

 

 

 

                 Avv. Elio Pacifico                                                     Amb. Daniele Verga                                                          Amb. Stefano Ronca

     Segretario Generale UCOI-UCOIM                                 Presidente UCOI                                                        Presidente Emerito UCOI

                                   Amb. Carlo Marsili                                                                               Dott.ssa Oya Izmirli            

                   Presidente Onorario UCOI-UCOIM                                                                     Presidente UCOIM

 

IL VICEPRESIDENTE UCOI INCONTRA IL CONSOLE ONORARIO DI MALTA A VENEZIA

Da: Giornale Diplomatico (1 febbraio 2021) 

 

"Il vicepresidente dell'Unione dei Consoli in Italia-UCOI, Mattia Carlin, ha incontrato Mauro Furlanetto, console onorario di Malta a Venezia. Nell'ambito professionale, Furlanetto (...). Nel corso del cordiale e costruttivo colloquio è stato rilevato come Malta corra sempre più veloce nello sviluppo della propria economia legata al mare. Merito della Dichiarazione di Valletta del 2017, che ha gettato le basi, a livello europeo, per una strategia sempre più integrata sulla gestione dei comparti legati al settore marittimo. 

(...) 

Al termine dell'incontro, Carlin ha fatto dono al console Furlanetto del volume "Il Palazzo sul Potomac", dedicato all'ambasciata d'Italia a Washington DC, e curato dall'amb. Gaetano Cortese."

QUI l'articolo completo 

LUTTO NELLA FAMIGLIA CONSOLARE ONORARIA

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La recente scomparsa del Comm. Pierantonio Costa, avvenuta in Germania all’età di 81 anni, ha lasciato un gran vuoto in tutta la famiglia consolare onoraria. 

Nel Comm. Costa - Console Onorario d’Italia a Kigali (Ruanda) dal 1988 al 2003 e Primo Presidente Onorario dell’UCOIM nel 2006 - erano racchiuse tutte le qualità che dovrebbero caratterizzare la figura e la finalità del Console Onorario, ovunque esso operi, rappresentandone un modello da seguire.

Non possiamo, infatti, dimenticare la pagina che ha saputo scrivere nella storia del Console Onorario, in occasione dei tre mesi del genocidio ruandese del 1994. In concerto con rappresentanti della Croce Rossa e di svariate Organizzazioni Internazionali, il console Costa -pur non essendo un missionario, ma un noto imprenditore- decise di ascoltare la sua coscienza, anche a discapito della sua incolumità, per mettere in atto una serie di azioni straordinarie. Mise a disposizione del prossimo la sua umanità e i suoi beni salvando quasi 2.000 persone, tra cui 375 bambini, servendosi dei privilegi di cui godeva quale rappresentante diplomatico, della sua rete di conoscenze e del suo stesso denaro, allo scopo di ottenere i visti di uscita dal Paese.

Per questo suo notevole operato, è stato insignito dal Governo italiano della Medaglia d’Oro al Valore Civile.

Il Console Costa era solito affermare: “In mezzo a tanta violenza e sofferenza, qualcosa avevo fatto. Solo questo. Questo e niente di più, ma col costante rammarico che si poteva fare di più” – “Ho solo risposto alla mia coscienza. Quello che va fatto lo si deve fare”. 

Il giornalista di Famiglia Cristiana, Luciano Scalettari, nella pubblicazione “La lista del Console” scrive: “Costa era un Giusto. Ma, soprattutto, era un uomo normale che aveva saputo comportarsi in modo straordinario. Non aveva ambizioni al martirio, non si considerava un eroe, non riteneva di aver fatto un granché. Non era il missionario che si dà totalmente agli altri, né il rambo pronto a opporre il proprio petto ai proiettili. Perciò, in teoria, la sua impresa era alla portata di tutti”. 

Anche l’UCOI ha voluto riconoscere questi suoi meriti assegnandoGli nel 2006 il “Premio Filippo Gramatica” con la seguente motivazione “per la dedizione, il coraggio, la tenacia nella funzione –da lui resa come missione- di Console Onorario d’Italia a Kigali che permisero di salvare duemila persone dall’eccidio che flagellò il Ruanda nel 1994”.

Alla famiglia Costa, gli Organi Sociali dell’UCOI e dell’UCOIM porgono le più tristi e sentite condoglianze.

 

 

Avv. Elio Pacifico

Segretario Generale UCOI-UCOIM

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